Lettera aperta del Segretario del Pri al Presidente Casini/I repubblicani prendono le loro decisioni nei liberi congressi

L’Edera senza "fusioni e confusioni"

Il segretario del Pri, on. Francesco Nucara, ha scritto la seguente lettera aperta all’on. Pierferdinando Casini

Caro Presidente, da notizie giornalistiche abbiamo appreso che insieme ad altri partiti politici hai riunito un’assemblea, gettando le premesse per fondare il Polo della Nazione. Hai raggruppato tutte le forze politiche e i singoli personaggi che hanno tentato di sfiduciare l’attuale Governo: mancavano il PD di Bersani e l’IDV di Di Pietro, e mancava, forse non ci hai fatto caso, anche il PRI, la cui Direzione Nazionale si era espressa unanimemente a sostegno del Governo Berlusconi.

Orbene, dai comunicati e dalle dichiarazioni rese alla stampa, apprendo che "i repubblicani" hanno aderito a questo progetto di cui allo stato non si conoscono i metodi da adottare, essendo l’unico collante l’avversione a Berlusconi da parte di uomini e donne, che anche se non singolarmente ma di certo politicamente lo hanno sostenuto in tutti questi anni, usufruendo di prestigiosi incarichi parlamentari e di governo, e qualcuno dell’uno e dell’altro.

Caro Presidente, i Repubblicani sono quelli che hanno una storia comune e si battono per far valere le proprie idee all’interno del PRI, quel partito che fu fondato nel 1895 da Aurelio Saffi triumviro della Repubblica Romana.

I Repubblicani sono nati però ancor prima, con la Giovine Italia nel 1831, con la Giovine Europa nel 1834, con la Repubblica Romana nel 1849, con il Patto di Fratellanza nel 1871.

Certo ci sono stati "repubblicani" che hanno deviato dall’ideale e dallo spirito del partito, sono e sono stati in tanti; basterebbe citarne due: il "fervente repubblicano" Italo Balbo, che aderì al fascismo e Armando Casalini, che addirittura da segretario nazionale del PRI aderì alla formazione mussoliniana.

Entrambi però divennero fascisti e persero il diritto di chiamarsi repubblicani. Si può essere, se lo si è, esperti di economia politica e si può conoscere benissimo, se lo si conosce, l’inglese, ma tutto questo non è condizione necessaria nè sufficiente per essere un repubblicano.

Caro Presidente, Tu che hai una lunga militanza politica, dovresti ben sapere che i partiti hanno molta più valenza dei singoli.

Giovanni Conti, il repubblicano amico personale di Andreotti, nel 1945 a proposito di una ventilata fusione con il Partito d’Azione (che sarebbe altra cosa dall’ipotetica nascitura Azione Repubblicana!) scriveva ad un suo amico repubblicano: "Non capisco confusioni nè fusioni con altri partiti che dicono di aspirare alla Repubblica … la conclusione è per me una: io continuo a lavorare per la Repubblica con il metodo del PRI. Per gli amici può essere semplice: chi è per il metodo del PRI entra nel PRI, chi è per il metodo radicale va in altri partiti …"

Certamente non manca la chiarezza.

Ti prego, quindi, caro Presidente di non definire "repubblicani" singoli personaggi ormai di fatto usciti dal PRI, riferendo agli organi d’informazione che essi hanno partecipato all’Assemblea fondativa del nuovo partito di cui sei leader anche perché primo firmatario della mozione di sfiducia, come persona singola.

I Repubblicani potrebbero pure fare un patto con te se il loro prossimo congresso lo decidesse. Nel frattempo è giusto che con te si alleino coloro che "… io posso fare politica anche senza il Partito Repubblicano Italiano" (Congresso PRI di Roma, 1 aprile 2007).

Chiaramente quindi prego Te e i tuoi di non citare più come partecipanti i repubblicani. Se volete cercare questi ultimi andate alla loro sede che si trova a Corso Vittorio Emanuele II 326. Con stima e amicizia,

On. Francesco Nucara